Argia Rosso è un vino rosso fermo Biologico Isola dei Nuraghi IGT, ottenuto da uve autoctone della tradizione del territorio, prodotto dalla cantina Tenute Lattias di Nurri in Sardegna.
Le uve a bacca rossa provengono dalle colline del Sarcidano in agro di Nurri; coltivate in un piccolo vigneto di mezzo ettaro esposto a sud-ovest in Località Lattias.
I vigneti nascono su un terreno posto su una piccola altura ad un altitudine di circa 450m slm, caratterizzato da una matrice marnosa, sono presenti rocce sedimentarie e calcarea, rocce sedimentarie con parti di carbonato di calcio. Viene utilizzato il sistema di allevamento ad alberello latino di 30-40 cm a 2-3 branche, non irrigato.
Una volta raggiunto il perfetto grado di maturazione, di solito intorno all’ultima settimana di settembre, le uve vengono raccolte a mano selezionando solo i grappoli migliori.
In cantina l’uva raccolta leggermente surmatura viene diraspata e pigiata. Classica fermentazione in rosso con macerazione delle vinacce per una durata di circa 15 giorni, durante i quali le operazioni di rimontaggio follatura e delestage sono eseguite rigorosamente a mano
Successivamente segue uno stoccaggio del vino in serbatoi di acciaio inox ed un imbottigliamento entro il mese di giugno successivo alla vendemmia.
Argia Rosso si presenta alla vista di colore rubino con riflessi violacei impenetrabile. Al naso regala sentori di frutta matura come la prugna e la marmellata di ciliegie, ricordi dimacchia mediterranea, elicriso, timo ed alloro selvatico e una leggera speziatura contribuisce a rendere il vino molto elegante.
In bocca Argia è un vino strutturato, dai tannini setosi, alcol e acidità sono ben bilanciati, questo esalta le sensazioni fruttato-balsamiche evidenziate nei profumi.
A tavola accompagna secondi della cucina di terra, arrosti e salumi formaggi stagionati.
Si consiglia di degustare alla temperatura di 16-18 °C.
Da cosa deriva il nome Argia?
“Disposti a cerchio attorno al cumulo di pietre, suonavano e battevano le mani verso quella figura umana che si contorceva in un ballo sofferente”.
Il rituale dell’Argia o Ballo dell’Argia rivestiva un ruolo ed allo stesso tempo sociale ed in Sardegna veniva utilizzato per guarire il malcapitato punto dall’omonimo ragno velenoso.
Il significato ancestrale del rito era quello di ribaltare il momento di crisi individuale e collettiva.
Questo cerimoniale, ormai estinto dagli anni 60, è un’altra memoria storica di quanto antica sia la nostra isola e di come un territorio vocato alla viticoltura come quello di Nurri, dimenticato anch’esso da circa 50 anni sia possibile riprendere a tessere un filo abbandonato da tempo per creare vini moderni dal carattere antico.
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